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Si conclude anche per questo mese il nostro topic e siamo tutti tornati un po’ bambini! In questo speciale gli Inchiostrati hanno esplorato il mondo dell’Infanzia, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia celebrata il 20 novembre scorso.

Se vi siete persi qualche articolo ecco il nostro comodissimo recap!

Siamo tutti un po’ bambini

Apre il tema Mauro, portandoci, come sempre, in Estremo Oriente con un argomento ancora molto attuale: la politica del figlio unico.
La politica del figlio unico (一孩政策) è stata una delle leggi più famose e controverse nella storia cinese recente. Attuata nel 1979, stabiliva che le coppie cinesi non potessero avere più di un figlio. L’eccezione principale riguardava le zone rurali: a partire dal 1984, le coppie residenti in queste aree avevano diritto ad un secondo figlio, ma solo se il primo era una femmina.

Virginia tratta un argomento piuttosto scottante: l’infanzia rubata, con i dati dell’omonimo rapporto presentato da Save the Children.
C’è un settore che non conosce crisi: quello dello sfruttamento minorile, il cosiddetto regime di child labour, lo sfruttamento economico in condizioni nocive per il benessere psico-fisico del bambino, come spiega l’UNICEF; una piaga che negli ultimi 10 anni abbiamo visto diminuire sensibilmente, secondo quanto riportato dai dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ma che siamo bel lontani dal riuscire ad eliminare.

Attraverso Big Mouth, una serie TV targata Netflix, Antonella racconta il “tragico” passaggio verso l’adolescenza.
Big Mouth ci racconta senza peli sulla lingua i drammi quotidiani e tutte le (dis)avventure dei quattro tredicenni. La serie tratta con disinvoltura argomenti tabù come la masturbazione, la pornografia e il ciclo mestruale; lo fa con disarmante naturalezza. Basti pensare che, se pur in modo chiaramente stilizzato, vengono mostrati in alcune scene i genitali dei ragazzi.

La collaborazione con Eco Internazionale ha dato il suo contributo attraverso un articolo di Valentino Billeci che parla di Walt Disney.
L’animazione doveva però riuscire a raggiungere un pubblico più vasto, oltre i bambini e i ragazzi. Il tema della fiaba rimase un elemento costante per Disney  che voleva renderlo adatto anche agli adulti inserendo elementi dark e più profondi nei suoi cartoni.

Annamaria ci trascina nel mondo delle graphic novel con Black Hole, di Charles Burns, che tratta i classici temi adolescenziali in chiave horror.
È un’opera ambiziosa, visivamente ammaliante, corale, spaventosa, tetra, ricca di simboli e metafore, pervasa da un’irrefrenabile voglia di raccontare. Lungo e articolato, Black Hole si avvale di un linguaggio ben noto al suo autore – il grottesco e deformante – intriso di venature horror.

Torniamo bambini anche noi adulti insieme ad Annalisa, che ci apre le porte dei parchi di divertimento, due in particolare.
Lo so, per i motivi che dicevo prima, non posso che essere di parte: in questo parco c’è la mia infanzia, così come quella di molti altri. La cosa che lo distingue da altri parchi di divertimento, però, è che andarci ora è come andarci dieci o vent’anni fa. Il clima che vi si trova porta inevitabilmente a tornare bambini ed a trascorrere una giornata senza pensieri.

Il mondo delle fiabe, riviste in chiave moderna, è l’argomento trattato dalla nuova Inchiostrata Cristina, che parte alla grande parlandoci de La Sirenetta.
Le fiabe, oggi come in passato, sono destinate a impartire insegnamenti ai più piccoli, a dar loro un bagaglio per affrontare le sfide. Una sorta di manuale d’istruzioni, una palestra in cui affrontare e risolvere le naturali tensioni che si presentano nel corso della vita da adulti.

Come sono visti i “diritti dei bambini” proprio da loro, attraverso i loro disegni? Eccoli presentati nell’articolo di Serena.
Proprio perché quest’oggi parliamo di bambini, scopriamo alcuni dei loro diritti attraverso la loro fantasia e i loro disegni, realizzati per il progetto didattico: “Sono! Rispetta i miei diritti” indetto dalla Scuola dell’Infanzia Maddalena di Canossa a Merano.

Il problema dei “Genitori Informati” è il tema dell’articolo di Pasquale, che tratta di compiti a casa, genitori troppo ansiosi e… qualche quiz elementare, ma non troppo.
I compiti assegnati ai ragazzi, il lavoro a casa, non sono inutili, tutt’altro. Aiutano i nostri ragazzi ad imparare come si legge un grafico, a interpretare con spirito critico un dato fornito dal web o dalla tv, ad organizzare la propria analisi di casi reali, ad affrontarli in modo consapevole.
Negare questa utilità, in base a teorie strampalate di opportunità pedagogiche, è un atto di grande stupidità a danno dei propri figli.

Lorenzo presenta invece le difficoltà nel mondo dello sport giovanile, sempre più improntato alla scoperta del “futuro fenomeno” e sempre meno allo sport visto come strumento di socializzazione e divertimento.
In ultima battuta l’ambiente che circonda i giocatori più promettenti si rivela spesso isterico.
Non si fa riferimento alle loro famiglie, tutte troppo diverse, per sensibilità e cultura, per poterle accomunare sotto un unico stereotipo, quanto piuttosto ai commentatori che si ritrovano in Internet. Moltissimi utenti sembrano essere in competizione per scovare prima degli altri il prossimo talento, quasi questo dimostrasse una effettiva competenza e conoscenza superiori dello sport.

La parola passa a Jessica, che ci parla del Disturbo di Ansia da Separazione, un problema sempre più comune nell’infanzia “moderna”.
Attraverso pianti, capricci e scatti d’ira, il bambino comunica la volontà di non volersi separare da casa propria e dai genitori. E questi ultimi, pur di non farlo soffrire, lo assecondano, permettendogli di dormire con loro, di assentarsi da scuola e così via. Così facendo, però, non fanno altro che rinforzare il disturbo, peggiorando ulteriormente la situazione.”

Conclude il tema del mese Alessandro che, come sempre, ci riserva nel suo Grandangolo suoi “ricordi di un tempo fuori dal tempo“.
C’è qualcosa di tragico in questa fotografia, qualcosa che corre sotto di loro come un presagio, niente di eclatante, un’ombra che passa in profondità: forse per la suggestione della Sanguinetti di farle giocare a fingersi entrambe l’Ophelia di Millais, annegata di disperazione; forse perché mi torna alla mente quel tragico racconto di McEwan (Ultimo giorno d’estate), di cui questa immagine sembra il disperato epilogo.


Cosa ci aspetta dunque per il mese di dicembre, a conclusione di questo primo anno di Inchiostro?

Lo scoprirete presto! Voi continuate a seguirci!
La Redazione

Scritto da:

Redazione IV

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