Resveratrolo - il resveratrolo è una sostanza contenuta in uva e vino.

Al resveratrolo vengono attribuite proprietà miracolose, retaggio di una frode scientifica fortunatamente smascherata. Qui ve ne raccontiamo la storia. Ma andiamo per ordine.

Cos’è il resveratrolo?

Il resveratrolo è uno stilbene: una sostanza antiossidante che appartiene alla grande famiglia dei polifenoli. Fu isolato per la prima volta nel 1939 dalle radici del Veratrum grandiflorum, una pianta velenosa utilizzata a scopo curativo in Cina e Giappone. Esiste in due forme – il cis-resveratrolo e il trans-resveratrolo – delle quali la seconda è considerata la più stabile e attiva.

Resveratrolo - Isomeri trans e cis del resveratrolo di vino e uva - Oxidative Medicine and Cellular Longevity (2015)
Le due forme del resveratrolo.

Le fonti

Benché sia considerato tipico dell’uva, in realtà questo polifenolo viene prodotto da più di 70 specie vegetali in risposta a vari stimoli stressanti, quali raggi UV, sostanze dannose e patogeni.

Nell’uva possiamo trovarlo nella buccia, nei semi e nel raspo, in quantità che si riducono con la maturazione; durante la vinificazione il resveratrolo si trasferisce al mosto, di conseguenza anche il vino ne conterrà.

A seguire riportiamo le quantità di resveratrolo – irrisorie – nelle principali fonti alimentari:

  • 1 litro di vino rosso: 0,361-1,972 milligrammi;
  • 1 kilo di uva rossa: 92-1.604 microgrammi;
  • 1 kilo di cioccolato fondente: 350 microgrammi;
  • 1 kg di mele: 400 microgrammi;
  • 1 litro di birra: birra: 1,34-77 microgrammi.

Alba e tramonto di un mito

Nel corso degli ultimi vent’anni si è parlato molto del resveratrolo e dei suoi potenziali benefici per la salute, dalla prevenzione dei tumori e dell’invecchiamento cerebrale agli effetti protettivi per il cuore, a seguito dalle ricerche condotte dal Dr. Dipak K. Das, direttore del Cardiovascular Research Center dell’Università del Connecticut. A proposito di salute cardiovascolare, gli studi di Das sembravano evidenziare degli effetti protettivi sul cuore paragonabili a quelli dell’acido acetilsalicilico.

Dunque, grazie a queste scoperte, il resveratrolo ha assunto la fama di sostanza protettiva; un vero peccato che la realtà dei fatti sia ben diversa!

La frode del Dr. Dipak K. Das

Nel 2008, una segnalazione anonima pervenuta all’Office of research integrity, riguardante l’operato del Dr. Das, ha fatto sì che venissero a galla le manipolazioni dei dati sul resveratrolo (circa 145) dettate dagli interessi economici dello studioso, il quale possedeva brevetti ed era in affari con varie aziende di integratori; in seguito a questa spiacevole scoperta, l’Università del Connecticut richiese la restituzione degli 890.000$ destinati alle sue ricerche e lo licenziò. D. K. Das morì il 19 settembre del 2013, prima di poter fare causa all’UConn per diffamazione.

Resveratrolo: è tutta una bufala?

A onor del vero, esistono altri studi oltre a quelli del Dr. Das che hanno valutato le potenzialità salutistiche del resveratrolo, ma i loro risultati sono tutt’altro che promettenti.

Fermo restando che il resveratrolo assunto con la dieta è insufficiente per sortire qualsiasi effetto, ciò che lo frega – anche quando viene introdotto con gli integratori, che ne contengono dosi elevate – è la scarsa biodisponibilità (in parole povere, la quantità che entra in circolo).

Dagli studi sui volontari umani è emerso che, sebbene il resveratrolo venga assorbito in grandi quantità (circa il 70%) per via orale, nell’intestino e nel fegato viene convertito in sostanze rapidamente eliminate dall’organismo; di conseguenza, la frazione di resveratrolo che entra effettivamente in circolo è troppo bassa per fare effetto.

Alla luce di tali evidenze, lo sviluppo di formulazioni capaci di aumentare la biodisponibilità del resveratrolo dovrebbe essere il primo passo per una seria valutazione clinica.

Riferimenti bibliografici:
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Blogger e giornalista, ho collaborato con L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e curatrice editoriale di Inchiostro Virtuale.
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