Targaryen - qarth copertina
Ci eravamo lasciati nella “puntata precedente” a Vaes Tolorro, con Daenerys e il suo khalasar in partenza per la ricca città portuale di Qarth, “La Città dei Mercanti”, dove sorge la Casa degli Eterni, nel continente di Essos. Geograficamente parlando: Croazia, isola di Lokrum.

Il lungo peregrinare della nostra khaleesi prediletta (ed anche l’unica khaleesi che conosciamo, in verità) ci ha costretto a dividere in più parti questo viaggio nelle location che hanno dato vita ai luoghi dell’Essos.
Dopo essere stati in Marocco, a Malta, nell’Irlanda del Nord, poi ancora nuovamente a Malta, abbiamo preso armi e bagagli e ci siamo trasferiti in Croazia. Location importante questa, dato che ha ospitato diverse scene e, soprattutto, le ambientazioni di King’s Landing a partire dalla seconda stagione.

Qarth, la Città dei Mercanti

Daenerys Targaryen si ferma a Qarth per tutta la seconda stagione di Game of Thrones. Le varie vicissitudini occorse nella Città dei Mercanti sono ambientate in location geograficamente circoscritte, in prevalenza sull’isola di Lokrum e a Dubrovnik.
Vediamo in dettaglio quali.

Cava di Dubac

Al loro arrivo, Daenerys ed il khalasar, sono accolti dai Tredici, i capi della città, davanti alle mura e uno di loro esige di vedere i draghi della giovane Targaryen. Daenerys si rifiuta di mostrare le creature e chiede che la sua gente venga prima accolta all’interno della città. I capi stanno per rientrare e lasciare i dothraki al loro destino nel Giardino delle Ossa, quando Xaro Xhoan Daxos, uno dei Tredici, si schiera dalla parte di Daenerys e con giuramento di sangue garantisce per conto loro.

Targaryen - porte di Qarth

Le porte di Qarth sono state costruite artificialmente nella cava di Dubac, sulla terra ferma: una grande cava di pietra nella zona di Cibaca, che viene utilizzata spesso anche per festival musicali.

Targaryen - dubac quarry
La baia: sullo sfondo le pareti della cava di Dubac
Isola di Lokrum

Lokrum è un’isoletta dalla bellezza incontaminata, coperta di vegetazione, che si trova a sud di Dubrovnik da cui dista 700 metri, divisa dalla costa da un canale largo poco più di 300. Il nome Lokrum deriva dal latino “acrumen” ovvero agrumi, di cui l’isola abbonda, ma ci sono anche cipressi, mirti, pistacchi, agavi, oleandri e tanto altro.

Targaryen - Portoc Lokrum
L’attracco dei battelli a Portoc

Il punto più alto dell’isola si trova a 97 metri sopra il livello del mare, nella parte meridionale si trova un piccolo lago salmastro chiamato Mar Morto o Mrtvo Mor. La costa occidentale è ripida e inaccessibile, mentre quella orientale è bassa ed accoglie le imbarcazioni che ogni mezz’ora lasciano il porto vecchio di Dubrovnik e raggiungono l’isola, attraccando al porto di Portoc, che è collegato con un sentiero al secondo porto che si trova nella parte nord di Lokrum, Bocina.

Abitata fin dall’antichità, dopo i monaci benedettini e dopo il passaggio dei francesi, il Monastero e l’isoletta divennero la residenza estiva dell’Arciduca Ferdinando Massimiliano di Asburgo, meglio noto come “Imperatore del Messico“. A lui si devono varie opere edili di restauro, la prosecuzione dell’opera dei frati, incluso l’inserimento di nuove specie vegetali, ma anche la Grande Cisterna e la Fonte di Carlotta, che tuttora sono utilizzate per dissetare parte delle colture esistenti. In seguito alla sua morte, l’isola cambiò diversi proprietari ed oggi è un parco naturale protetto.

Meriterebbe una visita anche solo per lo splendido giardino botanico.

Curiosità: si racconta che Riccardo Cuor di Leone, di ritorno dalle Crociate, abbia fatto sosta a Lokrum, approdando all’antico porticciolo di Skalice dopo un lungo peregrinare.

Abbazia Benedettina

Targaryen - le mura dell'Abbazia Targaryen - il chiostro 

L’isola di Lokrum venne donata dai cittadini di Dubrovnik all’ordine Benedettino affinchè vi costruisse un monastero per l’insegnamento religioso e delle lettere ai figli dei poveri della città. Venne quindi eretto il convento con i fondi forniti dalla città, con annessa una chiesa dedicata a Santa Maria: una bella basilica a tre navate in stile romanico, che successivamente verrà ampliata due volte, incorporando il campanile. Parzialmente distrutta dal terremoto del 1667, venne subito ricostruita e rimase ai Benedettini fino al 1798.

Targaryen - abbazia benedettina

L’ormai ex Monastero Benedettino, risalente al XII secolo, si trova nel cuore della vegetazione e vicino al Parco Botanico. Venne chiuso durante l’occupazione Napoleonica e successivamente entrò a far parte dei possedimenti dell’Arciduca nel 1859, che lo rinnovò in stile neo gotico, costruendo anche un castello a forma di torre.

Il chiostro del monastero, con i suoi bellissimi giardini, fa da sfondo a diverse scene tra Daenerys Targaryen e i Tredici, in particolare il suo “garante”, Xaro Xhoan Daxos.

Targaryen - i giardini dell'Abbazia Targaryen: Xhoan Daxos e Danenerys nel chiostro

Fort Royal

Seguendo i sentieri che percorrono l’isola si arriva al castello costruito dai Francesi nel 1808, nel punto più alto dell’isola, il colle Glavica. Fort Royal ha la forma di una stella ed è stato costruito sui resti di alcune antiche fortificazioni: vi si gode una vista spettacolare sulla città di Dubrovnik.
Ai francesi va anche il merito di aver costruito la Piccola Cisterna.

Targaryen - Fort Royal

Il Castello oggi ospita l’Accademia Croata delle Arti e delle Scienze e il Museo di Scienze Naturali dove sono in mostra, tra l’altro, anche memorabilia del matematico, atomista ed astronomo Ruder Boškovic (XVIII secolo).

Targaryen - Xaro

Palazzo del Rettore

Il Palazzo del Rettore, in stile gotico-rinascimentale, fu costruito alla fine del XV secolo ed è ornato da meravigliose sculture. Sebbene sia stato riscostruito diverse volte, può vantare un’ammirevole coerenza architettonica, riscontrabile soprattutto nei capitelli finemente scolpiti e nella scala riccamente decorata dell’atrio, che durante il Festival Estivo ospita spesso dei concerti.

Nell’atrio è collocata una statua di Miho Pracat, un privato cittadino che lasciò tutte le sue ricchezze alla Repubblica e, nei circa mille anni della storia repubblicana, fu l’unico non nobile a ottenere l’onore di essere ricordato con una statua, nel 1638.

Costruito per il principe che governava Dubrovnik, il palazzo ospita quelli che erano il suo ufficio, gli appartamenti privati, le sale pubbliche e gli uffici amministrativi. Il Rettore, che veniva eletto e ricopriva la carica per un mese, non era autorizzato a lasciare l’edificio senza il permesso del Senato. Oggi il palazzo è stato trasformato in un museo con sale splendidamente restaurate, ritratti, stemmi e monete che rievocano la gloriosa storia di Dubrovnik.

Non vi dirò nulla delle scene girate qui: guardate le foto!

Targaryen - Rector Palace set Targaryen - Rector Palace set

Torre Minčeta

La Fortezza di Minčeta è il punto più elevato dell’intero sistema di mura difensive che in passato proteggeva la città dalle offensive nemiche. Grazie alla sua posizione sopraelevata, la struttura è perfettamente visibile da qualsiasi punto della città. Il nome Minčeta è un omaggio alla famiglia che possedeva il terreno su cui venne costruito il forte.

Targaryen - Torre Minceta

Il forte fu fatto costruire nel XIV secolo allo scopo di proteggere la Porta di Pile e il centro storico. Con l’intensificarsi degli attacchi da parte degli eserciti nemici, il bastione fu fatto rinforzare e ristrutturare in più occasioni. Le mura della torre, spesse quasi 6 metri, hanno permesso a Dubrovnik di resistere ai numerosi tentativi di conquista subiti nel corso degli anni.

Targaryen - le mura della Torre MincetaPer raggiungere la torre, bisogna percorrere le mura, partendo dalla Porta di Pile, l’imponente arco cinquecentesco da cui si accede al centro storico (vi ricordo che in cima alla porta è possibile ammirare la statua di San Biagio, il patrono di Dubrovnik). Lungo le mura non sono più presenti i cannoni, dalle cui bocche partiva il fuoco per allontanare i nemici. Il simbolo della fortezza è la corona gotica sulla parte alta dell’edificio, inserita come elemento decorativo nel corso del XV secolo.

Una volta arrivati all’entrata principale, una scalinata in pietra conduce fino in cima alla torre. Il percorso è piuttosto stretto e tortuoso, ma la vista della città dall’alto è uno spettacolo assolutamente da non perdere. Inoltre l’ingresso è compreso nel biglietto del tour delle antiche mura di Dubrovnik.

In questa location è stata girata la scena più importante della seconda stagione, e scommetto che avrete già intuito quale dalla foto qui sopra.

 Targaryen - le mura della Torre Minceta Targaryen - Pyatt Pree

Ed anche questa parte di viaggio insieme a Daenerys Targaryen si conclude qui. Per il prossimo appuntamento preparate le valige per il Marocco: si va in visita ad Astapor!

Non mancate!
Annalisa A.


Postilla: qualcosa di più sui draghi

Come ormai sappiamo tutti, nell’elenco infinito dei suoi nomi Daenerys è anche definita la “madre dei Draghi(Missandei a parte, chi li sa a memoria tutti alzi la mano!). I draghi sono nati nel rogo funerario di Khal Drogo, nel quale si è gettata la stessa khaleesi. Conosciamoli qua, nel dettaglio:

Drogon: chiamato da Daenerys in onore del marito defunto Khal Drogo, si crede sia la reincarnazione del mitico Balerion, è il più grande dei tre draghi. Le scaglie di Drogon sono nere, le corna e le piastre dorsali sono rosso sangue e gli occhi sono simili a due ardenti pozze rosse. Le fiamme che emette sono fuoco striato di rosso e il loro calore può essere avvertito a quasi dieci metri di distanza. Quando sbatte le ali, il rumore è simile a quello del rombo di un tuono; In A Dance with Dragons le ali nerissime di Drogon si estendono da un’estremità all’altra per circa 7 metri, Drogon è cavalcato da Daenerys Targaryen.

Viserion: prende il nome del fratello di Daenerys, la maggior parte delle scaglie di Viserion sono color crema, ma le corna, la cresta dorsale e le ossa alari sono dorate. Le zanne somigliano a luccicanti pugnali neri. Gli occhi sono simili a due pozze di oro fuso ed emette fiamme oro pallido con strisce rosse e arancioni. Viserion ha un ruggito tale da poter far fuggire in massa dei leoni. Anche se il suo colore preciso è il crema, spesso viene indicato come il drago bianco, particolare da non sottovalutare. Nessuno ha mai cavalcato Viserion.

Rhaegal: viene chiamato così in onore del fratello maggiore Rhaegar Targaryen, le scaglie di Rhaegal sono verdi e bronzee. Le scaglie verdi sono di una tonalità scura, come il verde del muschio nel fitto del bosco al tramonto, subito prima che la luce si affievolisca, e luccicano come giada. Gli occhi sono color bronzo, più luminosi degli scudi lucidati e brillano del loro stesso calore. Le fiamme che emette sono arancioni e gialle con venature di verde, neanche lui ha un Dragonrider.

Alla Madre dei draghi basta dire “Dracarys” per scatenare l’inferno in terra; per l’appunto “Dracarys” in antico Valiryano significa “fuoco di drago”.

Targaryen - Drogon Targaryen - i tre draghi 

Un bellissimo e pratico riassunto sulla storia dei draghi, da cui ho impunitamente tratto le descrizioni qui sopra, si trova in questo sito: ilbardelfumetto.com, firmato da Domenico Ortale.

Scritto da:

Annalisa Ardesi

Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it