Nadia-Comăneci

Prosegue la collaborazione con Eco Internazionale

Chiudiamo il 2017 dando spazio alla consueta collaborazione con il blog Eco Internazionale. Questa volta proponiamo il ritratto di una atleta olimpica che ha cambiato per sempre la storia della ginnastica artistica: Nadia Comăneci. Lasciamo, quindi, la parola a Valentina Pizzuto Antinoro e ripercorriamo la storia dell’atleta bambina che divenne simbolo di riscatto per tutta la sua Nazione e che, dopo essersi rifugiata in Austria per scampare al regime e conquistarsi la libertà, è oggi proprietaria di una scuola di ginnastica in Romania, ambasciatrice romena dello sport e presidente di fondazioni sportive e di beneficenza. Buona lettura!

Un articolo di Valentina Pizzuto Antinoro

La XXI edizione dei Giochi olimpici svoltasi a Montreal nel 1976 fu il primo evento che la Rai trasmise a colori, un’edizione che resterà nella storia. Si respirava ancora un’aria di tensione: il Villaggio delle Olimpiadi di Montreal fu il primo villaggio blindato della storia dei Giochi a causa del Massacro di Monaco durante la XX edizione (1972), l’attacco terroristico contro la delegazione israeliana rivendicato dall’organizzazione terroristica Settembre Nero. Le Olimpiadi di Montreal sono ricordate anche per altre questioni politiche come il boicottaggio della manifestazione sportiva da parte di 27 Paesi africani per protestare contro l’Apartheid in Sudafrica.

Un nome rimarrà legato a Montreal e ai Giochi olimpici per sempre: quello di Nadia Comăneci.

Nata nel 1961 a Onesti (Romania), figlia di un meccanico e di un’impiegata, Nadia inizia a fare ginnastica a soli tre anni e all’età di sei anni viene notata da Béla Károlyi, l’allenatore che la porterà a gareggiare a livello europeo e internazionale. Le vittorie ottenute a livello europeo (1975) segnarono la piccola Comăneci come campionessa già prima delle olimpiadi di Montreal.

La ginnastica artistica non era uno sport molto seguito prima degli anni Settanta. A renderla popolare fu il risultato ottenuto da Olga Korbut, una ginnasta russa idolo della stessa Comăneci, che nelle Olimpiadi del 1972 a Monaco vinse quattro medaglie d’oro Le aspettative per questo sport, all’inizio poco seguito dagli appassionati dei Giochi olimpici, erano alte, ma nessuno si sarebbe aspettato di assistere a una gara che avrebbe cambiato la storia della ginnastica artistica.

Era il 18 luglio del 1976. Nadia Comăneci, la minuta ginnasta di appena 14 anni con i capelli legati da un nastro bianco, si esibisce sulle parallele asimmetriche. Svolge un esercizio impeccabile davanti a un pubblico incredulo che solo alla fine della performance esulterà con un forte boato. Il tabellone olimpionico segnò il punteggio “1.00” lasciando perplessi tutti. Fu lo speaker a spiegare con una voce rotta dalla commozione che l’esercizio era stato giudicato perfetto con un punteggio di “10”, ma il tabellone non era programmato per segnare un punteggio superiore a “9.99”.


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