Italia e Giappone - Intervista a una ragazza cresciuta tra due culture, quella italiana e quella giapponese.

Prosegue la collaborazione con Eco Internazionale

Eccoci nuovamente a dare spazio alla collaborazione con il blog Eco Internazionale. Questa volta lasciamo la parola a Ester di Bona, che ha intervistato una ragazza cresciuta in Italia a metà tra due culture, quelle di Italia e Giappone, per scoprire quali influenze riesca a garantire una educazione multiculturale. Buona lettura!

Un articolo di Ester di Bona

Nata da madre italiana e padre giapponese, E. è cresciuta in Italia, a Palermo, vantando l’educazione di entrambe le culture. Vivendo in prima persona entrambe le realtà, mette a confronto le due nazioni e le rispettive “culture” e società, facendo luce su molti punti che in Occidente vengono spesso ignorati.

Come si sono conosciuti i tuoi genitori?

«I miei si sono conosciuti nella palestra dove mio padre insegnava karate; inizialmente mia madre doveva trasferirsi in Giappone con lui, ma date le situazioni e l’attaccamento tipico della nostra cultura alla famiglia, è stato mio padre a trasferirsi. In Giappone c’è una mentalità diversa, sin da piccoli si è abituati a staccarsi dalla famiglia, ad essere indipendenti. Per esempio i bambini vanno all’asilo da soli, cosa che qui, in italia, non potrebbe mai accadere.

Mio padre sotto questo punto di vista si era “italianizzato” un po’: mi accompagnava regolarmente a scuola tutte le mattine e mi viziava tantissimo. Mi raccontava dei suoi allenamenti e delle sue gare giovanili, e con un po’ di amarezza e al contempo fierezza mi confessava che sua madre non aveva mai assistito a nessun incontro. Ne andava fiero perché ciò lo rendeva uomo, indipendente dalla famiglia, ma sono sicura che gli avrebbe fatto piacere vedere sua madre lì. Lui veniva sempre a vedere i miei saggi di danza e credo rimarcasse spesso questa differenza, tra sé e sua madre, per farmi capire che teneva davvero tanto a me».


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