glow

GLOW, acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling, è il titolo di un format televisivo statunitense, andato in onda per la prima volta nel 1986.

La storia di GLOW in breve è questa

Un tale David B. McLain, wrestling promoter e produttore televisivo, un bel giorno si sveglia e decide che il Wrestling maschile lo ha annoiato, non è più interessato ad Hulk Hogan, le sue bionde basettone et similia. Il visionario David pensa che sia giunta l’ora di occuparsi delle quote rosa e muore dalla voglia di piazzare sul ring costumi fucsia e paillettes a volontà. Così va ad Hollywood e organizza un casting al quale si presentano cinquecento aspiranti lottatrici dai capelli cotonati.

Tra tutte queste attrici, modelle, ballerine e aspiranti starlette, dodici vengono selezionate per realizzare questo pazzo show non convenzionale. GLOW è fatto da personaggi eccessivamente sopra le righe, da colori sgargianti, da siparietti comici volutamente esagerati e ovviamente da belle ragazze che combattono su un ring dalle corde rigorosamente rosa. Il risultato è sconcertante, ma anche divertente, infatti GLOW ha un discreto successo. Vi invito a dare uno sguardo al pilot originale, giuro che non ve pentirete, perché questa roba meravigliosamente trash è ipnotica.

Ma torniamo ai giorni nostri

Non mi meraviglia per niente che qualcuno abbia avuto la brillante idea di ispirarsi a questo eccentrico show per realizzare una serie tv. Ci hanno pensato Liz Flahive, Carly Mensch, Tara Herrmann e Jenji Kohan (ideatrice di Orange is the new black) a produrre per Netflix  la loro versione di GLOW.

Lo sfondo anni Ottanta, ormai molto di moda, si conferma vincente. La storia è originale, ben scritta, scorrevole, piena di sarcasmo e di satira sociale. Le protagoniste sono donne alla ricerca della propria rivalsa che si ritrovano inaspettatamente a lottare su un ring, oltre che nella loro vita quotidiana. Queste nuove Gorgeous Ladies of Wrestling sono determinate, forti, audaci e tanto, tanto, incasinate.

GLOW, come detto, è liberamente ispirato al format di McLain, ma è una storia totalmente nuova. Si tratta di una vicenda corale, un racconto ironico, ma perfettamente in grado di lasciare il giusto spazio ai drammi personali dei protagonisti. Non mancheranno i momenti tragici, soprattutto nella seconda stagione.

Quelle brave ragazze

Riunite sotto la direzione del burbero Sam Sylvia, regista di b-movie in declino, le novelle lottatrici, dopo una certa titubanza iniziale, metteranno anima e corpo nella realizzazione dello show. Queste wrestler improvvisate sono molto diverse tra loro, spesso eclettiche, con delle storie personali che si lasciano intravedere anche nei personaggi meno in evidenza.

Etnie e vissuti differenti si mescolano in uno stravagante racconto di sorellanza.

L’incasinatissima Ruth, l’ex attrice di soap opera Debbie, la ragazza viziata Melanie, Sheila la misteriosa donna lupo, la figlia e sorella di professionisti del Wrestling Carmen, la risoluta stunt-woman Cherry e tutte le altre, si ritroveranno immerse in una dimensione completamente nuova, pronte ad affrontare grandi sfide sia dal punto di vista fisico che emotivo.

Come dei veri wrestler ognuna avrà sul ring la propria gimmick, cioè la stereotipata caratterizzazione di un personaggio, dai tratti volutamente esasperati e grotteschi, per rendere ogni lotta più spettacolare possibile, giocando su preconcetti e su una banale rappresentazione del bene contro il male.

Proprio questo esilarante, ma al tempo stesso quasi crudele, gioco di ruoli finirà più volte con il mettere a dura prova le lottatrici, alcune delle quali costrette a rappresentare sul ring personaggi che incarnano pregiudizi di cui loro stesse sono vittime.

Nemiche-amiche

La storia principale è quella di Ruth, vera trascinatrice del gruppo, e Debbie, bionda rappresentazione dell’America. Migliori amiche, entrambe attrici, la prima single e squattrinata, sempre alla ricerca di un nuovo ruolo, la seconda, moglie e madre che ha scelto di abbandonare il mondo della recitazione per occuparsi della famiglia. Il rapporto tra le due finirà inevitabilmente per inclinarsi quando Debbie scoprirà che Ruth ha agito alle sue spalle…

Da nemiche nella vita a nemiche sul ring il passo sarà breve. Non vi dico altro, vi lascio il gusto di snocciolare puntata dopo puntata questa storia avvincente, glitterata e ironica.

Cotonatevi i capelli e preparatevi ad un binge watching selvaggio.

La serie è ovviamente piena di riferimenti e citazioni al mondo del Wrestling. Compaiono con dei camei dei wrestler professionisti (per me perfetti sconosciuti), cosa che suppongo faccia particolarmente piacere agli appassionati di questa disciplina. Ma GLOW è assolutamente fruibile anche da chi come me non è per niente interessato al mondo del Wrestling, anzi vi dirò di più, finita la visione ne sarete sorprendentemente incuriositi.

Scritto da:

Antonella Morleo

Nata nel pieno dei fantastici anni ’80 tra gli argentei ulivi pugliesi. Vedo più film e serie tv che persone! Per questo ho scelto di parlarne su Inchiostro Virtuale.